Parlare di grani antichi e moderni non è sempre facile, perchè, molto semplicemente, sono due cose completamente differenti, pur chiamandosi entrambi “grano”. Noi vi raccontiamo sempllicemente perché a noi piacciono quelli antichi.
La specie sono solo due: il frumento tenero: Triticum aestivum e il frumento duro Triticum durum, ma di questi ce ne sono di tante varietà, li chiamiamo volgarmente grani moderni e grani antichi.
Grani moderni
Si definiscono “moderne” le varietà prodotte con programmi di miglioramento genetico e nuove tecnologie di manipolazione genetica. Sono di introduzione recente (dopo gli anni 60) e mirano a rendere fortemente produttive poche varietà in ambienti molto diversi, che devono essere modificati per adattarsi alle esigenze della pianta. Questo comporta pesanti interventi sul terreno: forti concimazioni, diserbo, trattamenti fito-santari e anti-fungini, che finiscono per influenzare negativamente la salute dell’ambiente e dell’organismo che se ne nutre.
Grani antichi
Le varietà “antiche” di frumento (i cosiddetti “grani antichi”) sono frutto di miglioramento genetico, precedente agli anni 60, che si è però sviluppato tenendo bene in considerazione le caratteristiche di un particolare territorio.
Sono quindi adatte a vivere in un certo ambiente e in quell’ambiente non necessitano di interventi di modificazione del terreno. In questo modo si risparmia all’ecosistema (e a chi se ne nutre) l’intossicazione da concimi di sintesi, fitofarmaci e anti-fungini.
Inoltre, nella coltivazione di grani antichi si mantiene naturale (e logico) il rapporto ambiente-pianta: la pianta si adatta alle condizioni ambientali che trova. Nella coltivazione di varietà moderne ci si trova nell’innaturale (e illogica) condizione in cui è il terreno che si deve adattare alla pianta.
Come si può facilmente dedurre, la visione della vita e la filosofia di chi sceglie una o l’altra specie appartengono a due mondi così lontani che, ahimè, di solito non si parlano, e se accade non si capiscono.
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