Sei proprio sicuro di voler distruggere il tuo pianeta per risparmiare?
Giustificare i nostri prezzi è molto facile.
Partiamo da un presupposto: se coltivo due campi grandi uguali uno con grani antichi e uno con grani moderni, il raccolto (la resa agricola) di quello a grani antichi sarà un terzo o anche un quarto del raccolto che si otterrebbe seminando varietà moderne altamente produttive.
E’ semplice quindi fare una considerazione matematica:
- ammettiamo per un attimo (ma non è vero) che coltivare un ettaro costi una certa cifra, sia che si tratti di agricoltura convenzionale, sia che si tratti di coltivare in modo biologico (in realtà costa di più applicare il metodo biologico);
- consideriamo che con i grani antichi produco un terzo o un quarto rispetto ai grani moderni,
- ecco che per pagare lo stesso lavoro il contadino dovrà trovare il modo di vendere il raccolto (o i prodotti) a prezzi 3 o 4 volte maggiori. Ecco perché spesso i prezzi vengono percepiti come “troppo cari”. E’ vero che sono “più cari”, ma non sono “troppo cari”.
In alcuni casi (come nel nostro) dovrebbero essere ancora più cari. Perché, oltre all’handicap della resa agricola bassa, abbiamo fatto scelte che aumentano la qualità dei prodotti a discapito del margine di guadagno.
Troppo cari rispetto a quale prodotto?
La domanda che faremmo a chi affermasse: “i vostri prezzi sono troppo cari” sarebbe: “troppo cari rispetto a quale prodotto?” Perché se il termine di paragone sono prodotti provenienti da agricoltura convenzionale e di varietà produttive (moderne) o, ancora peggio, ai prodotti che si trovano al supermercato (a cui si aggiunge ulteriore sconto dovuto alle grandi quantità di prodotto che muovono), allora è come chiedersi perché una Ferrari sia più cara di una 500. Il vero confronto sarebbe tra una Ferrari e una Lamborghini, per esempio.
Il fatto è che siamo tutti molto più competenti di auto che di farine.
La resa agricola ha sicuramente un impatto importante sui prezzi, ma non è l’unica cosa che fa aumentare i prezzi.
Scelte di qualità
Parlando nello specifico dei nostri prodotti, ecco le scelte che abbiamo compiuto per aumentare la qualità:
- Nessun conservante, che implica che si deve produrre poco spesso, piuttosto che molto subito per poi conservarlo a lungo. Produrre di frequente ha costi maggiori.
- Lavorazioni manuali: il mulino a pietra richiede tempi molto lungi e lavorazioni molto lente per garantire qualità.
- Collaborazione con la cooperativa sociale: i prodotti creati dagli operatori della cooperativa sociale sono spesso irregolari e questo comporta per noi maggiori costi di impacchettamento, dovendo ogni volta ricercare soluzioni ad hoc.
- Nessun trattamento con fitofarmaci. Questa è una scelta che comporta piccola perdite di produzione. E’ vero che le colture si difendono spontaneamente da grandi invasioni di parassiti e funghi, ma è altrettanto vero che gli attacchi ci sono comunque e che, può capitare, che ci siano piccole perdite di produzione, sparse qua e là. Se si sommano alla bassa resa dei prodotti, ecco che anche questo è un pegno che si paga al principio di protezione delle risorse naturali e alla tutela della salute di chi consumerà il prodotto.
Ripetiamo ancora il concetto in un altro modo:
il costo che ti chiediamo in più è il costo che abbiamo dovuto sostenere per:
- coltivare e produrre scegliendo di rispettare le risorse naturali,
- avere cura dell’organismo che si nutrirà dei nostri prodotti
- donare piacere a chi se li gusterà.
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